Da alcuni anni Igor Camponeschi, uno dei nostri soci più capaci e attivi, sta portando avanti un progetto parallelo a quello degli Etruschi: la ricostruzione della panoplia di un guerriero vestino di VI secolo. L’impressione ricostruita è ancora da completare con nuovi particolari ed equipaggiamento
I Vestini ([ves’tini]; in latino “Vestīni”) erano un popolo italico di lingua osco-umbra, stanziato in una vasta zona che dall’Altopiano delle Rocche e la valle dell’Aterno si estendeva sino al mare Adriatico all’altezza di Penne, includendo Città Sant’Angelo e Pescara, di cui controllavano il porto. Entrati in conflitto con la Repubblica romana alla fine del IV secolo a.C., presto furono indotti dall’evidente supremazia dell’Esercito Romano a unirsi in alleanza con Roma, accettando una condizione di chiara subordinazione. Conservarono a lungo un certo margine di autonomia interna fino a quando, nel I secolo a.C., l’estensione a tutti gli Italici della Cittadinanza Romana, decisa in seguito alla Guerra Sociale alla quale avevano preso parte anche i Vestini, accelerò il processo di romanizzazione del popolo, che fu progressivamente inquadrato nelle strutture politico-amministrative di Roma.
Come fonte di ispirazione ha usato la famosissima statua del cosiddetto “Guerriero di Capestrano”
L’abbigliamento del guerriero è composta da una tunica in lino, tinta con la robbia e decorata con un bordo realizzato con la tecnica a tavolette, rappresentante un motivo molto semplice puntinato.
Porta un’armatura sul petto (pectorale o kardiophylax) che protegge la parte alta del torace sia anteriormente che posteriormente e una spada (xiphos) di tipo Campovalano
Come calzatura usa per il momento dei semplici sandali ricostruiti su modello greco
Foto: Federico Rubini